La bellezza salverà il mondo!

Perla Boccaccini e Raffaella Cappiello

“La bellezza salverà il mondo” affermava il principe Miškin nell’Idiota di Dostoevskij. Mai una frase ha avuto tanta risonanza, citata infinite volte, ripetuta nei più disparati contesti, fino a farne scordare il suo proprio significato. Il successo di questa frase è da ricercarsi forse nel legame misterioso, inafferrabile e indistruttibile tra il bello ed il bene. La bellezza intesa in senso “Scilleriano” è infatti un concetto universale, ad essa è affidato il potere di ricomporre in un’unità armonica il disordine fondamentale della realtà. (A. Oppo “DOSTOEVSKIJ: LA BELLEZZA, IL MALE, LA LIBERTA’” 2003 ). Essa ha lo straordinario potere di favorire un senso armonico nelle cose e nelle corde emotive, nella psiche e nelle dinamiche relazionali.

AquanieneKids

www.aquanienekids.com

Perla Boccaccini: “Da psicologa della salute da molto tempo mi occupo di promuovere il benessere nei bambini e nelle loro famiglie, progettando spazi e luoghi educativi efficaci in questo compito; luoghi in cui da anni applico una particolare metodologia psico-educativa. Ho a cuore il concetto di bellezza, perché ritengo, che il bello abbia un potere benefico, una capacità intrinseca di promuovere benessere. Lavoro da quasi due decenni con i bambini: li osservo, li sento, li vedo crescere e noto quale impatto straordinario e prepotente abbia il “contesto” sul loro sviluppo. I bambini percepiscono gli ambienti e ad essi si adattano, in essi si trasformano e crescono. Credo fermamente che progettare e realizzare

La nostra "accoglienza"

contesti educativi belli, sicuri, curati ed accoglienti offra ai bambini che li vivono l’opportunità di percepire coerenza tra la forma ed il contenuto dei processi educativi e di benessere. La cura dello spazio esprime un valore estetico che contribuisce ad educare il bambino al bello, all’armonia, alla ricerca di equilibrio, diventando un adulto predisposto a replicare e/o ricercare dentro di sé o fuori di sé le istanze introiettate. Lo spazio così concepito rappresenta un ambiente di vita e di cultura”, un luogo dove ogni bambino si sente libero di agire e di muoversi secondo le proprie motivazioni interiori, un contesto in cui il gruppo educativo si adopera per favorire relazioni

Le nostre opere d'arte

sociali e culturali, processi educativi e di progressiva conquista di autonomia, una zona franca dove anche i genitori possono apprendere e crescere insieme ai loro figli e dove possono costruire nuove, importanti relazioni sociali. L’incontro con Raffaella Cappiello, interior designer – arredatrice d’interni nonché  sociologa della comunicazione vuole essere un nuovo esperimento in tal senso, la prova che la cura dello spazio fisico ha un forte impatto su quello psichico”

La nostra bacheca

Raffaella Cappiello: “Dopo gli studi di Architettura conseguo la laurea in Sociologia della Comunicazione, nella ricerca di una più approfondita conoscenza di tutti i temi che coinvolgono l’essere umano e l’Ambiente nel quale vive, cresce, crea le proprie relazioni psicologiche, emotive,sociali, economiche, culturali…Ho sempre sostenuto che lo spazio interno vive in relazione osmotica e bidirezionale con quello esterno, in

La nostra "accoglienza"

un processo di divenire crescente. In questo senso, per me progettare gli spazi in modo armonico significa creare i presupposti per un processo di cambiamento interiore, emotivo-psicologico-mentale-sociale negli individui che oltre ad avere degli effetti benefici, su coloro che vivono in quell’ambiente, li rende essi stessi una protesi sociale dinamica, portatrice sana di tale fenomeno introiettato verso altri ambienti sociali. Ho sempre pensato che lo spazio possa influire sul benessere umano, ho lavorato alla ricerca continua della bellezza come valore etico oltre che estetico, cercando di mettere al servizio dei miei clienti questo particolare approccio nella progettazione degli spazi abitativi. Nella convinzione che più un ambiente è “sano”, in armonia ed equilibrio, meno è vulnerabile, quindi maggiormente sereno. Ho applicato tali principi, dalla tesi di laurea alla realizzazione a Roma nel 1999 del progetto culturale Vitasana – Primo Salone Nazionale della Salute dell’Uomo e Dell’Ambiente, fino a sublimare tale approccio nel 2001 nella mia azienda CAPPIELLODESIGN- Cultura dell’Abitare coniando un nuovo modo di intendere l’Architettura e la Sociologia della Comunicazione e cioè la Sociologia dell’Abitare, che progetta gli spazi con l’uso dei cinque sensi parlando con il sesto. Da questo approccio negli ultimi anni, cresce dentro di me il desiderio di coronare questa idea complessiva, all’interno di un unico progetto che chiamo Famiglia Sicura, con un’attenzione particolare verso i temi di bioarchitettura, feng shui, ergonomia, riposo per tutti i componenti della Famiglia, in particolar modo oriento la mia attenzione dell’abitare verso il terrreno che ritengo più fertile ed interessante: l’infanzia. Da questo dialogo tra Perla e Raffaella sboccia un grande incontro di affinità elettiva. Nasce dunque il primo percorso che queste due professioniste hanno deciso di intraprendere insieme, secondo un approccio interdisciplinare, scegliendo di realizzare il primo progetto pilota nello spazio ludico ed educativo AquAnieneKids (www.aquanienekids.com), progettato ed avviato da Perla Boccaccini nel 2009 e collocato in uno degli impianti natatori più belli d’Europa, l’Aquaniene Sport Club (www.aquaniene.it). Il percorso vuole stimolare una nuova cultura dell’abitare, del vivere i luoghi e contesti, consapevoli che la forma, la struttura degli spazi,  la ricercatezza e sicurezza degli arredi, gli stimoli visivi, olfattivi e percettivi hanno un forte effetto sulla nostra psiche, condizionano il modo di relazionarsi, di percepire e di sentirsi bene” Perla Boccaccini & Raffaella Cappiello

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Enuresi Notturna del Bambino

L’Enuresi notturna è un disturbo connesso alla perdita involontaria ed incosciente di urina durante il sonno. Si tratta di un disturbo relativamente comune, si stima ne soffrano circa il 10% dei bambini dall’età di 5 ai 12 anni. Questo disturbo ha una forte rilevanza emotiva nel  vissuto del bambino e molti genitori nel tentativo di salvaguardare la sua autostima, fortemente compromessa dalla difficoltà e dall’ impatto sociale connesso al problema, preferiscono non parlarne, confidando in una sua fisiologica e evolutiva risoluzione. Ma spesso il problema non si risolve da solo e prima o poi i genitori si trovano costretti o ad affrontarlo tardivamente accrescendo il senso di inadeguatezza del bambino e della loro autoefficacia, oppure ad evitarlo, accrescendone il valore simbolico e trasformandolo in un vero e proprio tabù, con la conseguenza di aumentare lo stress psicologico del bambino ma anche le preoccupazione e le tensioni familiari.

La ricaduta nella popolazione infantile del fenomeno è molto diffusa: si stima che ne soffra il 25% dei bambini tra i 4 e i 5 anni, il 15% dei bimbi tra i 6 e i 7 anni e il 6% dei bambini tra gli 8 e i 12 anni.

L’Enuresi viene classificata in Primaria, se il bambino non ha mai raggiunto il controllo sfinterico di notte ed in Secondaria o Regressiva, in quanto insorge successivamente ad un periodo di continenza portando il bambino a bagnare di nuovo il letto. L’Enuresi primaria è spesso di tipo familiare-genetica, mentre la secondaria è spesso legata a conflitti insorti in una fase successiva (nascita di un fratellino, inserimento in asilo, separazioni, lutti, etc). In entrambi i casi va esclusa la presenza, seppure rara, di cause organiche.

Il tipo di intervento che propongo rientra nel “Parent Coaching” ovvero in colloqui strutturati con i genitori finalizzati alla valutazione delle cause e la dimensione psicologica del problema individuando le strategie più efficaci per la risoluzione del disturbo.

Nel corso degli incontri potrà essere valutata la possibilità di utilizzare una strategia di matrice cognitivo-comportamentale.

Perla Boccaccini

 

 

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Parent Coaching & Parenting

Le recenti scoperte in ambito scientifico dimostrano come i genitori e le modalità con cui essi si prendono cura dei bambini hanno un forte impatto sullo sviluppo e sui fattori che lo influenzano.

Il Parent Coaching rappresenta un modello di intervento psicologico strettamente connesso ad un problema o ad una difficoltà e alla volontà di individuare e percorrere strategie efficaci nella risoluzione degli stessi.

II modello di intervento che utilizzo si rifà al costrutto di Parenting (processo che include aspetti biologici, sociali e relazionali legati al prendersi cura) e tende ad identificare le potenzialità delle influenze genitoriali e familiari sullo sviluppo del bambino.

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Ci piace crescere imparando dai bambini

A volte mi incanto guardando i bambini!

Questa foto l’ho scattata nell’asilo A Me Mi Piace, rapida da un momento in cui un’educatrice di rara bravura,  si intratteneva con dei bambini seduta sul prato ad ascoltare le loro storie, tra sorrisi e sguardi che avrebbero commosso chiunque.

Quello che mi rapisce nell’osservare i bambini è guardare come sviluppino sorprendenti abilità, come sperimentino percorsi e processi sempre nuovi, come articolino pensieri e fantasie, come raggiungano obiettivi con strategie sempre innovative e sempre straordinariamente intelligenti … come producano incessantemente nuove idee.

Il loro cervello è sbalorditivo e le neuroscienze ci dimostrano quanto sia vero questo assunto  e pensare che noi adulti facciamo l’impossibile per imbrigliare questa straordinaria esplosione di connessioni nervose.

Cito KEN ROBINSON  “CAMBIARE I PARADIGMI DELL’EDUCAZIONE”  in cui mi illumina postulando quanto segue: Il punto è che il nostro sistema educativo è stato progettato e pensato per un’epoca diversa (…) l’illuminismo e la prima rivoluzione industriale (…) e da un modello cognitivo, secondo cui l’intelligenza è basata sul ragionamento deduttivo (…). La conseguenza è che molte persone brillanti pensano di non esserlo affatto perché sono state giudicate attraverso questa specifica visione della mente e dell’intelligenza. (…) Pensiamo un attimo all’arte. Le arti si focalizzano su quella che viene definita un’esperienza estetica. Un’ esperienza estetica è quella in cui tutti i tuoi sensi stanno operando al massimo, in cui tu sei presente nel momento  in cui stai ragionando su quest’eccitante esperienza che stai vivendo, quando sei totalmente vivo. Anestetico è quando invece spegni i tuoi  sensi e perdi il contatto con ciò che sta succedendo .Ebbene stiamo facendo vivere i nostri figli, la loro istruzione da anestetizzati e penso che dovremmo fare l’esatto opposto. Non dovremmo metterli a dormire bensì dovremmo svegliarli (…) e poi aggiungo io, dovremmo anche imparare ad osservarli, a guardarli, a studiarli per poter apprendere da loro, per imparare come fanno e magari recuperare quella antica capacità, di cui la natura ci ha dotati, di eccitare i nostri neuroni per aprire le nostre menti e liberare tutti i canali, abbandonando così  tutto ciò che volontariamente ci anestetizza.

Questo, oggi,  il compito del vero educatore e del bravo genitore!

Perla Boccaccini

 

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Un servizio educativo per le famiglie

Cosa significa progettare e realizzare un servizio educativo per le famiglie?

Gli esperti di progettazione di strutture per l’infanzia sempre più spesso si interrogano sulle caratteristiche che deve possedere un moderno centro per l’infanzia.

Le tendenze della nostra società non promuovono, certo la famiglia ed i suoi fragili equilibri. E’nota la fatica che fanno le coppie di neogenitori nella gestione delle dinamiche psicologiche da cui vengono investiti e a questo si aggiungono le molteplici difficoltà oggettive, che emergono dalla necessità di pianificare e organizzare la vita professionale, la gestione del tempo, la cura della rete familiare e delle amicizie, non ché l’amministrazione del budget familiare.

La donna, in particolare, sta senza dubbio attraversando, un momento storico di grandi cambiamenti e quando essa giunge ad una maternità, approda all’apice della complessità nella gestione della propria vita personale e, se esiste,  professionale.

La realizzazione di strutture educative in grado di rispondere alle attuali esigenze delle famiglie,  si rende necessaria proprio per sostenere questa enorme complessità, ed è compito di una società civile provvedere alla risposta delle esigenze dei propri cittadini.

Le iniziative private, come è noto, sono le prime a sintonizzarsi con certi bisogni, dovendo rispondere a delle leggi di mercato, ma spesso sono il motore di cambiamenti sociali e istituzionali che ci auspichiamo.

L’esperienza di A ME MI PIACE cerca di rispondere proprio a queste  necessità.

Infatti il suo progetto, è nato e si è trasformato, nei miei anni di Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute (www.psicologiadellasalute.org) della Università di Roma “La Sapienza”, con l’imperativo di rispondere, anche grazie al continuo scambio con l’Università e con il mondo della ricerca scientifica, alla promozione benessere delle famiglie utenti.

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