Ingresso alla scuola Secondaria

scuola media

L’ingresso alla Scuola Secondaria (di primo e secondo grado) rappresenta un passaggio talmente importante da rimanere impresso nella vita di tutti noi. L’inizio di questo grado di scuola, infatti, coincide con una fase evolutiva molto delicata, la Preadolescenza (9/12 anni) prima e l’Adolescenza (13/18 anni) poi, periodo di sviluppo sul quale mi soffermerò per descrivere il delicato processo d’individualizzazione e di autonomia che si avvia in questa fase della vita.

Come ogni fase dell’età evolutiva, questo periodo, ha dei compiti di sviluppo ben definiti e che per il bambino comportano un grande impegno emotivo: le relazioni con i propri coetanei; l’acquisizione del ruolo sociale maschile e femminile; il rafforzamento dell’identità; l’accettazione dello sviluppo del proprio corpo; il conseguimento di una certa autonomia emotiva dai genitori e, più in generale, dagli adulti; la scoperta dei valori e la formazione di una coscienza etica a guida del proprio comportamento.

Nell’ambito cognitivo, il ragazzo inizia a sviluppare il pensiero ipotetico‐deduttivo, divenendo sempre più in grado di rappresentarsi le emozioni e gli stati d’animo dell’altro, cosa che in precedenza non era possibile (7/8 anni).

In questa fase, il ragazzo comincia a sviluppare l’empatia verso gli altri (abilità importantissima e che se non sviluppata adeguatamente, potrà condurre l’individuo a diverse problematiche di personalità e a risvolti psicopatologici oggi molti diffusi, sui quali ora, per brevità, non mi soffermerò), e contemporaneamente ad un pensiero critico verso tutto ciò che ha intorno, genitori e adulti compresi. Cresce di pari passo anche la curiosità verso l’ambiente extra familiare, vissuto come fonte di stimoli e nuove esperienze interessanti.

Nell’ambito emotivo, il ragazzo si rende conto gradualmente che i genitori non sono quegli esseri onnipotenti percepiti dal bambino e, con l’introduzione del pensiero critico, inizia un percorso di disillusione, attraverso il quale le figure genitoriali vengono spogliate dell’infallibilità attribuitagli durante l’infanzia. Spesso, il figlio mette in discussione anche la coppia genitoriale, che appare disorientata, interpretando il nuovo comportamento con un vero e proprio attacco personale. Si tratta, invece, di un processo naturale di distacco, che denota uno sforzo di crescita e di sana individualizzazione della persona. Tale processo, infatti, in situazioni di normale sviluppo psico‐affettivo, si conclude in un’età successiva con la formazione di una personalità con caratteristiche e connotazioni proprie, contenenti al loro interno elementi genitoriali (principi e sistemi di regole e valori) reinterpretati e fatti propri in modo assolutamente personale.

La difficoltà principale dei genitori, dunque, è quella di accettare che il figlio esca dalla loro sfera di influenza diretta, che si vada perdendo la relazione così com’era in precedenza, che il figlio cominci a prendere le distanze da loro attraverso scelte autonome e personali, talvolta non condivisibili. Tutto questo, naturalmente, non avviene improvvisamente o automaticamente ma attraverso fasi di allontanamento e crescita caratterizzate dalla richiesta di una sempre maggiore autonomia, di atteggiamenti spesso connotati da critica e dal conflitto, alternati a movimenti di riavvicinamento e di regressione.

Dalla descrizione di questa fase evolutiva, si deduce come l’ingresso alla Scuole Secondaria (di Primo e Secondo Grado) , rappresenti un momento molto delicato, in quanto parte attiva di questo processo d’individualizzazione. A Scuola si giocano momento delicatissimi, come il rapporto con i pari, la crescita della propria fiducia, il consolidamento dell’identità, l’indipendenza dai genitori. Insomma, si tratta di un banco di prova molto importante e delicato, che spesso coincide con l’abbandono dei vecchi compagni di scuola, la conoscenza di nuovi professori e di un nuovo ambiente. Tutto questo, può far emergere in un ragazzo numerose paure, che possono tramutarsi in ansia, ma la cosa più importante da fare e non minimizzare questi vissuti, anche se sembrano infantili, e nello stesso tempo, non enfatizzare questo momento di passaggio della loro vita, dandogli eccessiva importanza, caricandolo così di aspettative ed emotività.

Per aiutarvi a gestire questa fase, vi elenco alcune strategie psicologiche che mi auguro vi sosterranno e aiuteranno a gestire al meglio la nuova avventura:

- non alimentare la paura di dover studiare troppo e di non avere più tempo per giocare o per praticare lo sport preferito. Prendete coscienza del fatto che ogni ordine scolastico ed ogni forma di apprendimento, è dimensionata alla capacità di sostenerla e di ritenerla da parte dei ragazzi, il loro cervello ha delle capacità autonome di acquisizione delle informazioni, soprattutto se mediate dalla curiosità, pertanto anziché minacciarli o spaventarli, provate ad interessarli alla nuova esperienza, alle nuove materie e alla conoscenza dei nuovi professori, accrescendo il loro interesse;

- incentivate l’autonomia e la responsabilizzazione. In questa epoca, come abbiamo visto, i vostri figli cercheranno di rendersi autonomi, seppure con qualche difficoltà e contraddizione, aiutateli a fronteggiare gradualmente il desiderio di autonomia, mettendoli in condizione di testare la capacità di svolgere da soli nuovi compiti e assumersi nuove responsabilità, consolideranno in questo modo la fiducia in loro stessi e dunque anche la loro identità.

- accrescete un sentimento di appartenenza e fiducia verso la nuova esperienza scolastica. La scuola è stata orami scelta e non è più tempo di valutazioni. Apprezzate e sottolineate i punti di forza che le appartengono e che vi hanno portato a preferirla alle altre. Imparate a guardare le difficoltà che dovessero presentarsi con occhi costruttivi, offrendo al nuovo ambiente e ai docenti la possibilità di capire che ci sono aree di miglioramento, entrando in contatto con l’ambiente e avviando un’alleanza educativa con i docenti; mostrerete così a vostro figlio adeguate strategie per affrontare le difficoltà che a sua volta incontrerà, e le farà proprie, evitandosi, alle prime difficoltà, di prendere posizioni rigide e critiche, imparando gradualmente a risolvere da solo i suoi problemi, senza bisogno di chiedervi aiuto o peggio scoraggiandosi ed incrinando la sua autostima.

- sostenete le nuove amicizie. Aiutare vostro figlio ad entrare in contatto anche con il nuovo gruppo di pari. Cercate di accompagnarlo o riprenderlo più spesso possibile in questi primi giorni, senza diventare una presenza invadente o ingombrante, ma semplicemente cercando di conoscere il nuovo ambiente, questo vi permetterà di conoscere i genitori e aiuterete così vostro figlio a stabilire nuovi legami, magari offrendo la possibilità ai nuovi compagni di vedersi anche fuori scuola. Questo aspetto va curato soprattutto se il ragazzo ha avuto problemi relazionali nella vecchia scuola. Aiutatelo ad entrare in contatto con tutti i nuovi compagni della classe, evitando di avvicinarsi solo con i compagni che più gli somigliano, un meccanismo che solitamente accresce le difficoltà di natura relazionale, meglio aiutarlo a stringere amicizie anche con compagni che hanno interessi e abitudini molto diverse dalle sue, lo aiuterete ad aprire la sua mente e a esplorare nuovi interessi.

 

Infine, sorridete e guardate negli occhi i vostri ragazzi, vedrete sarà un successo!

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